18-12-2020 - Salve a tutti, editoriale giornaliero, anzi serale che, occorre dirlo, viene redatto con un briciolo di emozione, tipica del meteo appassionato quando vede l’emissione di carte da capogiro, come non se ne vedevano da tempo. Non c’è in realtà nessuna ondata di gelo epocale in visione ma, ormai da parte di entrambi i modelli, il Vortice Polare viene visto andare sempre più in disfacimento e un lobo gelido consistente, grande quanto mezza Europa, viene visto “splittare” letteralmente fino al Mediterraneo occidentale tra Natale e Capodanno.
Iniziamo dai primi passi. Ormai acclarato un primo passaggio perturbato tra Natale e Santo Stefano, con il peggioramento che inizia già dalla Vigilia.
fig.1
Questo primo peggioramento sarà rapido, con rovesci, temporali, forse occasionali grandinate e qualche nevicata fino a quote collinari anche nelle regioni centrali.
fig.2
Sarà tuttavia responsabile di un consistente abbassamento delle temperature, come si vede in fig.2, proprio a partire dal giorno 26 e avrà la funzione di “apripista” a un secondo e molto più vasto peggioramento, che arriverà a incalzare il primo, già visibile nella fig.1.
fig.2
Le carte per questo seconda fase perturbata sono impressionanti stasera, un enorme lobo gelido (in quota), si getterà letteralmente verso le medie latitudini, completamente distaccato dalla circolazione principale, generando una forte ondata di maltempo, non subito a carattere freddo, nelle nostre regioni.
La visione emisferica del peggioramento rende conto della sua ampiezza.
fig.4
Come si vede dall’immagine, il VP è visto frammentarsi in più settori, almeno tre, coadiuvato, in questa azione, dalla presenza di una massiccia figura altopressoria siberiana (1055 hPa di massimo), che svolge perfettamente la sua azione di disturbo alla struttura del VP.
Come dicevamo, in un primo momento le correnti nel Mediterraneo centrale non saranno particolarmente fredde, ma saranno sufficienti, grazie all’azione della fredda preesistente e ai bassi geopotenziali in quota, a generare, secondo il modello europeo, neve in pianura anche copiosa nei settori occidentali della pianura Padana e a quote molto basse nel resto del nord.
fig.5
Ma anche nel regioni centrali avranno le loro belle nevicate, soprattutto nel periodo immediatamente precedente, ecco l’Appennino centrale.
fig.6
Insomma, il vero inverno e non sarà finita!!!
Come si accennava ieri, quelle descritte finora potrebbero essere le prime due fasi di un lungo periodo perturbato, con la terza sicuramente la più fredda.
Ecco infatti, che il modello americano in ideale prosecuzione con quello europeo, vede la traslazione graduale verso est dell’imponente saccatura, con un sempre maggior contributo freddo continentale in arrivo, esattamente come preventivato nell’editoriale di ieri.
fig.7
A quel punto, ai primi di Gennaio, il freddo e la neve potrebbero fare sul serio e le nevicate spingersi a quote basse anche al centrosud.
In tale ambito, se possibile ancora più sorprendente quanto previsto in stratosfera, con un potente warming in atto entro la fine dell’anno.
fig.8
Seguito da un netta bilobazione del VP in stratosfera.
fig.9
Il grafico del NAM fa sobbalzare dalla sedia, con i colori blu sempre più intensi che vedono una -3 in alta stratosfera, a un passo dall’avvento di un ESE warm a 10 hPa.
fig.11
In parole povere, potremmo essere a un passo da n condizionamento del VP, con disturbi che si prolungherebbero per 45-60 giorni a scala emisferica.
Un grande inverno potrebbe essere quello che sta appena iniziando, non diciamolo subito però, ma restate in linea, ci sarò ancora molto da commentare.
fig.12
Ciao ciao