02-03-2015 - Salve a tutti; nuovo aggi0rnamento serale per fornire uno sguardo al lungo termine e aggiornare il breve. Davvero intensa sembra essere per alcune regioni la burrasca che attraverserà le regioni appenniniche nella giornata di giovedì. Un intenso vortice depressionario, in distacco dalla saccatura principale, con un minimo previsto al suolo di 996 hPa, sarà in azione nell’Appennino centrale, in spostamento verso il sud in serata (fig.1)
fig.1
Quantitativi alquanto elevati sono previsti nelle regioni del medio Adriatico (Marche meridionali, Abruzzo e Molise). In virtù delle basse temperature a tutte le quote (in particolare e 850 e 5000 hPa, ved. editoriale ), forti nevicate potranno interessare fino a bassa quota i versanti ben orientali esposti dei massicci dell’ Appennino centrale (Sibillini, Laga, Gran Sasso e Maiella). Le nevicate potranno spingersi fino a 300-400 m di quota, ma sopra i 1000 m gli accumuli potranno avvicinarsi al metro in alcuni casi (fig.2).
fig.2
Passata rapida ma molto intensa quindi, con possibili, anche se brevi, sorprese nevose localmente a quote prossime al livello del mare per qualche cittadina dell’entroterra marchigiano e abruzzese.
Per quanto riguarda il lungo termine, sembra essere solo questa la strada possibile per avere fenomenologie degne di nota nelle regioni italiane; ovvero, lo “spillamento” di una goccia fredda dal nucleo, sempre più compatto, del Vortice Polare, in discesa e aggiramento lungo il lato orientale dell’anticiclone delle Azzorre, in rimonta verso nord al seguito del rinforzo del VPT stesso. Per chiarirci, ecco la visione dell’emissione mattutina del modello americano, con nucleo freddo artico in arrivo dalla Scandinavia, completamente distaccato dalla struttura del Vortice Polare (fig.3).
fig.3
Termiche di tutto rispetto, con neve nuovamente a quote molto basse al centrosud a metà mese (fig.4).
fig.4
Anche questa visione è abbastanza ottimistica comunque. Infatti, con un VPT di tale forza, sperare nell’arrivo di altre colate gelide è opportuno, ma per niente sicuro. Il nucleo centrale della struttura è visto traslare dal Canada alla Siberia a fine emissione, ma sempre con centro di massa non troppo lontano dall’Artico (fig.5)
fig.5
Analogamente, alle quote troposferiche, il cooling attualmente in atto alla quota geopotenziale di 10 hPa (30 km) non sembra voler recedere e, dopo metà mese, l’evoluzione non è cambiata molto, con ampio nocciolo freddo che vaga per i settori artici (fig.6).
Raffreddamento alle quote stratosferiche vuol dire staticità e rafforzamento di tutta la struttura del VPS-VPT, perlomeno nel caso in esame. Insomma, il freddo potrà ancora arrivare dai quadranti orientali, ma sembra difficile la genesi di ampie e durature saccature fredde nel Mediterraneo. Intanto attenzione a giovedì, per eventuali bufere di neve in Appennino.
Ciao ciao