05-12-2016 - Salve a tutti; eccoci di nuovo insieme per un aggiornamento mattutino sempre più avvincente, in virtù di emissioni dei modelli che, sebbene sempre con molte incertezze, prefigurano una seconda metà di Gennaio molto interessante dal punto di vista meteorologico in sede mediterranea.
Intanto, tempo molto instabile nel Mediterraneo, con la terza perturbazione della serie, inaugurata il 2 Gennaio, che si appresta ad attraversare l’Italia (fig.1).
fig.1
Al momento, il ramo caldo del sistema perturbato sta attraversando l’Italia, con piogge sparse nelle regioni centrali. Altri rovesci arriveranno nel pomeriggio, prevalentemente concentrati al centrosud (al massimo fino alla Toscana e alla Romagna) e le piogge dovrebbero accompagnare anche buona parte della mattinata di domani nelle regioni menzionate, in un contesto caratterizzato dalla presenza di un’ampia saccatura nel Mediterraneo occidentale.
Successivamente, il tempo dovrebbe migliorare su tutte le regioni, ma con una certa variabilità generata da passaggi marginali di impulsi Atlantici soprattutto al centronord. Per avere ondulazioni di maggior rilievo a scala emisferica, correlate a disturbi più seri alla struttura del Vortice Polare, sembra che occorrerà attendere, come preventivato da settimane, la metà del mese, quando una risalita molto più decisa dell’anticiclone delle Azzorre in Atlantico, favorita a sua volta dal disturbo aleutinico nelle regioni polari, dovrebbe iniziare a inviare impulsi perturbati nel mediterraneo dalla regioni artiche (fig.2).
fig.2
Nella fig.2, relativa al modello europeo per il 15 del mese, sono presenti alcuni fattori fondamentali, necessari ad avere una modifica più sostanziale allo stato del tempo nel continente europeo, con arrivo di una fase invernale più cruda:
1) Una potente azione di blocco al flusso Atlantico dell’anticiclone delle Azzorre, con relativa discesa fredda dalle regioni Artiche
2) Una cellula altopressoria aleutinica al polo (1040 hPa al suolo), passibile di aggancio con la risalita azzorriana
3) Una generica maggiore attività delle onde emisferiche (frecce convergenti al polo) che evidenziano un certo indebolimento della struttura del VP
Tutti questi elementi sottolineano il “cambio di marcia” che sta subendo la stagione invernale, non più assoggettata, in tutto l’emisfero, al “maglio” di un VP lanciato alla massima velicotà, dove i peggioramenti di una certa entità risultavano praticamente relegati oltre il 50° parallelo fino al periodo natalizio
Ecco, a riguardo. l’emissione odierna del modello canadese sempre per la metà del mese, dove l’azione delle onde emisferiche è molto penetrante verso l’Artico (fig.3).
fig.3
Ci sono ancora molti dubbi da risolvere; in particolare, il lobo canadese del VP (sigla LC) in molte occasioni è visto spingere verso sudest, impedendo una corretta elevazione dell’anticiclone delle Azzorre e, in sostanza impedendo l’arrivo del freddo e della neve nelle nostre regioni. Ma, anche in tali emissioni, come quella ad esempio del modello americano, la grande ondulazione, con relativa massiccia discesa fredda in Europa dalle regioni artiche è vista comunque partire nel lungo termine.
Ecco a riguardo il fantastico finale dell’ultima emissione del modello americano, appena uscita, il polo viene a farci visita direttamente nel Mediterraneo!!!!! (fig.4).
fig.4
Splendida carta, molto lontana però, indicativa comunque di un preciso trend evolutivo, ormai abbastanza palese nei modelli. Aspetteremo altre verifiche, da non perdere i successivi aggiornamenti.
Ciao ciao