07-02-2016 - Salve a tutti, un’intensa perturbazione atlantica ha approcciato le regioni occidentali italiane nelle prime ore del mattino, come previsto, con piogge piuttosto intense nel golfo ligure e nevicate sui rilievi alpini occidentali anche a quote basse (fig.1).
fig.1
La quota neve al momento si attestata intorno i 400-500 m nelle Alpi lombarde e piemontesi, ma potrebbe scendere ulteriormente nelle prossime ore, durante la fase più acuta del peggioramento, con nevicate anche nei fondovalle (200-300 m) dell’ossolano, Canton Ticino e valtellinese, come preventivato.
Le precipitazioni e le temperature presenti attualmente confortano tale previsione, con piogge molto intense nel genovese in risalita verso nord e temperature attestate intorno 3-4° C nelle basse colline e nelle vallate alpine (fig.2,3)
Il maltempo dovrebbe interessare anche le regioni centrali tirreniche, dove spirano forti venti meridionali, nel pomeriggio, sebbene qui le piogge dovrebbero risultare più sparse.
A seguire, una lunga teoria perturbata dovrebbe interessare il Mediterraneo, con una serie di sistemi frontali in rapido passaggio che, dopo la metà del mese, potrebbero assumere un assetto molto più meridiano. Davvero molto interessante l’evoluzione che va prendendo corpo nei modelli, oggetto di un ampio approfondimento nel pomeriggio, con arrivo di saccature anche a matrice artica nel Mediterraneo.
I passaggi chiave di tale dinamica possono essere ben riassunti dalle seguenti carte, tratte dal modello europeo di stamattina:
1) Primo passaggio chiave alle 192 h, metà mese; in area Atlantica avviene il distacco del lobo canadese dalla sua appendice Atlantica. L’anticilone delle Azzorre inizia a spingere prepotentemente verso nord, liberando l’area a sud della Groenlandia da nuclei di vorticità più approfonditi
(fig.6)
2) A questo punto, un lobo gelido (in quota) del VP, può dirigersi indisturbato verso il Mediterraneo, dove pone le basi per un intenso peggioramento a carattere freddo su tutta Italia intorno il giorno 16, con piogge diffuse e nevicate a quote collinari nei rilievi appenninici e alpini (fig.7).
fig.7
La tendenza descritta, annunciata in questa sede già in precedenti editoriali, potrebbe reiterarsi anche nella terza decade di Febbraio, come già intravisto anche dal modello americano, supportata finalmente da un contesto teleconnettivo favorevole, che vede la partenza di una fase 6-7 a elevata magnitudo della MJO, evoluzione estremamente favorevole alla genesi di blocchi atlantici e nord europei, con avvezioni fredde nel Mediterraneo (fig.8).
fig.8
Insomma, evoluzione di fine inverno davvero molto dinamica; ricordiamo sempre che, nonostante le apparenze, purtroppo estremamente motivate, dell’arrivo della primavera, siamo ancora nella prima decade di Febbraio, periodo in cui il territorio italiano ha sperimentato le peggiori ondate di gelo e neve della sua storia. Monitoriamo quindi gli eventi, massima attenzione agli approfondimenti pomeridiani.
Ciao ciao