04-01-2015 - Salve a tutti; consueto appuntamento serale con l’analisi dei modelli disponibili in rete.
Passata, come da previsione, la rapida incursione fredda diretta principalmente nei Balcani, il tempo torna stabile e soleggiato ovunque nella penisola italiana, con temperature generalmente sopramedia. Allargando lo sguardo a scala emisferica, a tale evoluzione non corrisponde però una struttura particolarmente chiusa del Vortice Polare (AO +++), quanto un suo sbilanciamento verso il comparto canadese, con genesi nei prossimi giorni di un’ondata di gelo molto cruda nel nordest americano. Il freddo va altrove in sostanza (fig.1).
fig.1
La fig.1 risulta molto interessante perchè evidenzia come l’attività dell’onda aleutinica sia sempre presente nelle Montagne Rocciose ma, viceversa, non sia presente il corrispettivo azzorriano in Atlantico. Con una tale evoluzione, il blocco gelido del Vortice Polare va in “split” su Labrador e Grandi Pianure americane, mentre nel Mediterraneo l’anticiclone delle Azzorre si distende lungo i paralleli in una configurazione simil-estiva.
Con tali premesse, ci attendono molte giornate calde e soleggiate (per il periodo) su tutte le regioni italiane, ad eccezione delle nebbie in Pianura Padana, in probabile aumento nei prossimi giorni.
Quando finirà questa evoluzione?? Resta confermata, dopo la metà del mese, la partenza di uno slancio azzorriano in Atlantico, responsabile di un possibile peggioramento del tempo su tutta la penisola intorno il 16-17 Gennaio (fig.2).
fig.2
Il peggioramento descritto non appare però poter essere particolarmente duraturo se ad esso non si assocerà una crisi di maggior intensità del Vortice Polare; le emissioni sono altalenanti in tal senso. L’ultimo run del modello americano è interessante a riguardo, viene ancora proposta la formazione di un’area di blocco altopressoria a nord della Scandinavia, tramite la quale può esplicarsi una deviazione del getto polare verso il Mediterraneo, con eventuale interazione continentale per afflusso di aria fredda sul bordo meridionale del blocco (fig.3). In parole più semplici, le perturbazioni Atlantiche sarebbero costrette a deviare verso il Mediterraneo dal blocco scandinavo, con possibile contributo in alimentazione fredda dalla Russia.
fig.3
Come più volte rimarcato nei precedenti editoriali, la carta in fig.3 presenta molti aspetti interessanti, perchè la configurazione mostrata potrebbe rappresentare uno dei leitmotiv (tema ricorrente) della seconda parte della stagione invernale, apportatore di nuove nevicate nei nostri territori, questa volta anche al nord Italia, ci arriveremo con i successivi aggiornamenti.
Allargando lo sguardo su qualche indice, sono disponibili oggi gli aggiornamenti del valore della MJO (Mudden Julian Oscillation). Tale indice, grazie a una serie di relazioni causa-effetto, è indicativo in molti casi della propensione allo sviluppo di configurazioni di blocco di stampo azzorriano in Atlantico (in tal senso la MJO è un indice predittivo).
fig.4
Come si vede, attualmente tale indice è visto aumentare di magnitudo (settore esterno della figura) viaggiando verso la fase 6-7 dello scacchiere (linee giallo-verdi). Con la linea nera in grassetto è stata contrassegnato il settore dove è maggiore la probabilità di avere, durante la stagione invernale, formazione di blocchi Atlantici.
Anche in questo caso quindi, associando tale informazione a quelle descritte nell’editoriale generale sulla stagione invernale, risulta probabile una seconda parte di Gennaio molto più dinamica, con possibile genesi di nuove saccatura artiche, di una certa rilevanza, nel Mediterraneo.
Ciao ciao
Ciao, ti rispondo direttamente qui. Ho visto i modelli e sono davvero interessanti. Volevo chiederti se esiste una temperatura limite a 850 hPa affinché ci siano precipitazioni nevose. Sicuramente è importante la temperatura ad altezza del suolo, ma l’altra volta la temperatura era a -18°C a Centro-Sud e ultimamente -6°C (se non mi sbaglio) e c’era la possibilità di neve a quote collinari ma non in pianura.
Ciao, ho visto solo ora il commento, in realtà non esiste una temperatura stabilità ma dipende da vari fattori, la temperatura di -6 a 850 hPa in condizioni di classico gradiente in aria umida (o,6° C/100 m) può far nevicare in pianura ma occorre essere lontano dal mare, che riscalda i bassi strati (dove in genere occorre anche -8, -9), in Pianura Padana, in presenza di un cuscinetto freddo in inverno basta molto meno, anche -1, -2. Va studiato caso per xaso
Ciao ciao
Grazie, la risposta è stata molto chiara. Ciao!
Di nulla
ciao ciao