12-02-2012 – Salve a tutti; con un po’ di tempo a disposizione eccoci pronti a discutere in maniera leggermente più approfondita di alcune tematiche che stanno molto a cuore agli appassionati di meteorologia che seguono quotidianamente questa rubrica.
Le domande che molti si pongono riguardano, in genere, il destino delle sorti invernali, ovvero come mai nevica in alcuni luoghi e in altri c’è una perdurante siccità, nelle regioni italiane.
Proviamo a spaziare con lo sguardo a scala più ampia, iniziando come sempre dal presente; ancora nuvolosità nelle regioni più occidentali e in particolare al nordovest, dove piove nel golfo ligure.
fig.1
Come si vede dalla fig.1, la nuvolosità presente al nord rappresenta un’appendice di un’ampia struttura depressionaria centrata sulla penisola iberica. I fenomeni correlati a tale depressione non avranno una particolare progressione verso est ma saranno caratterizzati da moto retrogrado verso occidente, presi in carico dal flusso atlantico, mentre nel Mediterraneo centrale si andrà sempre più affermando un’area di alta pressione.
fig.2
Dalla fig.2si evince come, già a metà della prossima settimana, gli assetti barici a scala emisferica, ma soprattutto europea e Mediterranea, saranno profondamente mutati. Il Vortice Polare infatti, avrà subito un notevole rafforzamento e in Europa si andrà affermando un classico regime zonale, caratterizzato da ondulazioni poco pronunciate del getto polare e anticicloni prevalenti nel Mediterraneo, con temperature generalmente sopramedia.
Si parla di anticicloni “prevalenti” perchè saranno possibili brevi pause al trend descritto, con peggioramenti moderati e di breve durata, ma l’assetto zonale potrebbe durare per tutta la seconda decade e parte della terza, come si evince dal long range del modello americano (fig.4).
fig.4
Stando agli ultimi aggiornamenti, tale l’assetto zonale (perturbazioni nel nord Europa e alta pressione nel Mediterraneo) potrebbe addirittura esasperarsi a inizio terza decade, sempre anticiclonica nel Mediterraneo quindi.
Solo a fine emissione, verso la fine del mese, è presente ne modelli un accenno di ondulazione a più ampio raggio, che però tenden ad affondare maggiormente in Atlantico (fig.5).
fig.5
Come mai così frequentemente le perturbazioni atlantiche si spingono alle medie latitudini (40-45° parallelo) in pieno Atlantic appunto, molto a ovest rispetto al continente europeo, viceversa soggetto a frequenti rimonte anticicloniche??
Ebbene, a ben guardare, tale assetto risponde a un trend pluridecennale, in graduale esasperazione, perfettamente riassunto dal parametro (teleconnessione) denominato EA (East Atlantic); tale parametro valuta la distribuzione dei geopotenziali tra Atlantico ed Europa occidentale.
Quando è positivo la pressione è maggiore del normale in Europa occidentale e vicino Atlantico (con frequenti basse pressioni dal settore opposto e nelle coste nordorientali del continente americano); quando è negativo sono presenti frequenti basse pressioni in Europa occidentale (compresa parte del Mediterraneo) e risalite altopressorie (blocchi) nei settori occidentali atlantici e nel nord Europa a seguire, eventualmente.
Ebbene, ecco l’andamento dell’indice EA a partire dal 1950 ad oggi (fig.6).
fig.6
Come si vede, tra gli anni 50 e 70 tale indice è stato caratterizzato da una fase spiccatamente negativa, con una graduale inversione del trend, prima a fine anni 70 (neutro) e poi proprio nel terzo millennio, quando è divenuto marcatamente positivo, specialmente in questo decennio.
Ecco riassunta con un solo indice, la siccità persistente al nord a cui talvolta (ma non sempre) si contrappongono irruzioni fredde in Adriatico e al sud.
Da contraltare, all’andamento descritto si contrappone la costante diminuzione di blocchi altopressori in area scandinava, riassunta da un indice analogo ma di segno inverso (SCAND pattern), divenuto nel corso degli ultimi decenni sempre più negativo, ovvero con presenza di basse pressioni nel nord Europa e alta pressione nel Mediterraneo (fig.7).
fig.7
In parole povere, negli ultimi decenni è presente una tendenza sempre più marcata ad avere affondi perturbati in pieno Atlantico, con risalite altopressorie alle medie latitudini europee e scarsa tendenza alla formazione di blocchi sia atlantici, sia in sede scandinava (le due cose spesso sono conseguenziali).
Quando finirà il trend descritto??
Davvero difficile dirlo, ma finirà, in quanto si tratta di cicli pluridecennali legati sicuramente alle SSTA, ovvero alle anomalie di temperatura negli oceani (principalmente con la PDO nell’oceano Pacifico settentrionale), ma appunto destinati a un loop continuo, con cicliche inversioni.
Lo scrivente più volte quest’anno ha posto l’accento sulla possibilità che le cose potessero andare diversamente dagli anni precedenti, proprio perchè la tendenza alla formazione di blocchi scandinavi era fortemente favorita dall’elevato snow cover euroasiatico (copertura nevosa) e da anomalie termiche positive in artico, un ritorno al passato insomma.
Tutto ciò si è puntualmente verificato, con le ondate di gelo in Gennaio e la formazione di un robusto blocco nei giorni scorsi, non sufficiente però a contrastare gli assetti sfavorevoli del VP in Atlantico, che hanno impedito un nuovo afflusso freddo nel Mediterraneo, sebbene ci siamo andati molto vicino.
Tutto finito quindi??
Diciamo che molti aspetti remano contro ora, ma tutti i nodi vengono al pettine e lo stesso Vortice Polare ha accusato comunque i continui disturbi correlati alla presenza della massa gelida continentale russo siberiana, con attriti giunti fino alla stratosfera, ancora irrequieta (fig.8).
fig.8
Per i motivi ora esposti, lo scrivente ritiene che sia probabile una nuova fase perturbata, più o meno fredda si vedrà, a partire dalla fine del mese di Febbraio e, forse per la prima parte di Marzo, proprio in virtù di alcuni elementi aggiuntivi che differenziano l’evoluzione stagionale da quella degli scorsi anni.
Vedremo come andrà nei prossimi giorni, per adesso ci attende un lungo periodo a prevalenza anticiclonica, ma torneranno presto perturbazioni e clima più fresco.
Ciao ciao