11-03-2016 - Salve a tutti, tempo ancora incerto su buona parte della penisola, ma in particolare al sud e nelle regioni adriatiche, soggette a costante ventilazione orientale e alla presenza di un vortice depressionario vagante tra lo Ionio (oggi) e il Tirreno meridionale (ieri)
fig.1
Le condizioni d’instabilità lungo la penisola non si andranno attenuando nei prossimi giorni ma, anzi, subiranno una recrudescenza nella giornata di mercoledì, quando piccolo ma intenso nucleo freddo in quota di distaccherà dalla circolazione principale del VP, diretto verso il Mediterraneo, tramite la nascita di una goccia fredda retrograda proveniente dall’area ucraina (fig.2).
fig.2
In sostanza, il VP lascerà andar via un po’ di freddo verso le nostre regioni, tramite un’ampio giro del flusso atlantico attorno al poderoso blocco anticiclonico, collocato tra Scandinavia e Mare del nord. Sebbene molto rapido, il passaggio perturbato si farà sentire, questa volta soprattutto nelle regioni settentrionali; in particolare, l’arrivo di correnti orientali tese e tutte le quote (o di scirocco nel nordovest in quota) porrà le basi per la genesi di precipitazioni nevose diffuse a bassa quota nella mattinata di mercoledì tra Piemonte ed Emilia, con la presenza di un vortice depressionario a sud della Costa Azzurra (fig.3).
fig.3
In tal senso, le ultime proiezioni dei modelli di dettaglio (L.A.M.) iniziano a inquadrare il peggioramento e le precipitazioni previste non sono trascurabili; ecco quelle previste dal modello YOUMETEO solo per la mattinata di mercoledì (fig.4).
fig.4
Come si vede dalla fig.4) sussiste la concreta possibilità della genesi di nevicate diffuse nella pianura piemontese, in particolare nei settori occidentali. Città come Torino, Cuneo, Biella, Ivrea, collocate ai piedi della catena alpina, potrebbero beneficiare degli effetti dello stau indotto dalle correnti orientali e ricevere una dose maggiore di precipitazioni, nevose in questo caso.
Insomma, un’ultima occasione per la neve al nordovest può ancora esistere nelle prossime 72 h, dopo un’annata avara di soddisfazioni ma con un finale di tutto rispetto per le regioni alpine.
In realtà osservando la distribuzione a scala emsiferica delle principali figure bariche, si osserva come il carico freddo in Artico sia ancora cospicuo e come, dopo la metà del mese, la sua parte più sostanziosa potrebbe finire nell’Europa orientale. Particolaremte significativa la previsione del modello europeo, con un marcato e corposo split del lobo euroasiatico su Scandinavia e Russia a inizio terza decade, con l’arrivo della primavera astronomica (fig.5).
fig.5
Al momento risultano scarse però le conseguenze dirette per il Mediterraneo, solo instabilità generata dal contrasto tra differenti circolazioni a scala europea, vedremo il seguito.
Ciao ciao