07-06-2015 – Salve a tutti, ancora alta pressione su quasi tutta Italia, con il sole che splende al mattino su tutte le regioni (fig.1).
fig.1
La fig.1 è riferita alla situazione presente alle ore 11:00 del mattino; nel pomeriggio, la lieve instabilità presente nelle regioni meridionali, con correnti fresche che scorrono lungo il bordo dell’anticiclone europeo, si è fatta sentire in Appennino, con vasti sistemi temporaleschi che dalle regioni appenniniche dell’Umbria fino a quelle calabresi e Siciliane si sono spostati verso ovest giungendo, nelle regioni tirreniche, a interessare le coste laziali e campane (fig.2).
fig.2
Davvero intense, in alcuni casi, le manifestazioni temporalesche legate all’instabilità convettiva pomeridiana (fig.3,4,5,6)
Nelle rimanenti regioni del centronord, dove i temporali non sono arrivati (ad esempio tutta la pianura Padana), le temperature hanno frequentemente superato i 30° C, attestandosi spesso intorno 32-33° C.
Giunti a questo punto della discussione, rivediamo anche oggi gli aggiornamenti riguardanti l’evoluzione in atto per i prossimi giorni nel territorio italiano e nel Mediterraneo in genere, con un’analisi abbastanza approfondita degli elementi in nostro possesso. Ebbene, per altri due giorni il caldo sarà dominante (cfr. ultimo editoriale) ma successivamente, prima con gradualità, poi molto più rapidamente, sembra sempre più probabile un’inversione di tendenza nelle sorti meteorologiche del nostro paese entro la metà del mese. Le ultime emissioni dei modelli infatti, evidenziano il graduale avanzamento di una saccatura atlantica sempre più pronunciata nel Mediterraneo occidentale, con possibile genesi di una ondulazione di Rossby semi stazionaria centrata a ovest dell’Italia.
Analizziamo tutte le evidenze di tale evoluzione. A partire da martedì, come annunciato, una prima goccia fredda si distaccherà dal flusso Atlantico, dirigendosi verso la penisola iberica (fig.7).
fig.7
In tale fase, tra martedì e mercoledì, il tempo peggiorerà temporaneamente al nordovest, mentre altrove, ma specialmente al sud, farà ancora caldo.
A seguire, sembra sempre più probabile che il getto polare, in questa fase sostanzialmente di tipo zonale (lungo i paralleli) possa piegare verso sud in corrispondenza del Regno Unito, generando una saccatura al seguito della goccia fredda, con genesi di un peggioramento meglio organizzato nelle regioni tirreniche il prossimo week-end (fig.8).
fig.8
In merito alla probabilità che tale saccatura si concretizzi, resta una certa discrepanza tra i vari modelli, soprattutto con quello europeo, ma il peggioramento in esame è chiaramente inquadrato anche da altri modelli, come quello canadese (GEM, fig.9) e della marina americana (NAVGEM, fig.10) .
Il modello americano, a riguardo, è sempre più deciso nella previsione per metà mese, con reiterazione della saccatura nel Mediterraneo, sempre più incisiva e penetrante, e con possibile fase di maltempo nelle nostre regioni (fig.11).
fig.11
Tale aspetto è chiaramente inquadrato dalll’analisi della corrente a getto, da cui si evince come, alle 168 h (domenica prossima) l’affondo sia già concreto, con il getto polare che giunge fino alle Alpi e ondulazione di Rossby già sviluppata (fig.12).
fig.12
Nella successiva immagine, alle 240 h, l’affondo del “core” del getto polare giunge nel Mediterraneo, con aria fredda (in quota) che invade i nostri cieli esitivi (fig.13).
fig.13
In tale ottica, si accennava, il modello europeo appare maggiormente prudente, sebbene nell’ultima emissione veda comunque l’avvento di una saccatura Atlantica, meno alimentata rispetto al modello americano (fig.14).
fig.14
Se si va, infine, a guardare il lungo termine, con gli ultimi pannelli, il modello americano non recede dall’indicare una fase di tempo instabile a tratti perturbato nel Mediterraneo fino alla terza decade, addirittura con possibili gocce fredde centrate proprio sull’Italia (fig.15)…..
fig.15
…….o addirittura con blocchi altopressori atlantici ben sviluppati, e con persistenza del maltempo soprattutto al nord (fig.16).
fig.16
Insomma, se un segnale da solo non è sufficiente, tanti piccoli tasselli sembrano indicare l’avvento di una fase più instabile nel Mediterraneo nella seconda parte di Giugno, molto diversa dall’attuale.
Chiudiamo questa lunga chiacchierata illustrando come, ancora una volta, non siano presenti evidenze dell’avvento di nuove ondate di caldo nel Mediterraneo, con l’ ITCZ ultima decade si mantiene ancora basso nel continente africano (fig.17).
fig.17
In tale contesto, nell’analisi a scala emisferica, la direzione preferenziale del getto polare nel continente europeo sembra possa generare, a partire dal prossimo week-end, come ribadito più volte, un cavo d’onda semi stazionario fino alle nostre regioni (fig.18).
fig.18
Vedremo quindi se, sulla base di tali analisi, abbastanza approfondite, ci sarà una reale inversione di tendenza nel tempo della seconda metà di Giugno.
Ciao ciao