07-12-2014 - Salve a tutti; breve aggiornamento per il lungo termine, per sottolineare le novità contenute delle carte di previsione, ma anche molte conferme non sempre positive. Per quanto riguarda l’aggiornamento nel breve, per l’Immacolata, si rimanda all’editoriale del mattino. In questa sede iniziamo con l’analizzare la successiva saccatura nordatlantica, il cui affondo è previsto per metà mese, intorno il 14-15 Dicembre. Ieri sera l’emissione del modello europeo ipotizzava un entrata più fredda dell’impulso perturbato, poi ritrattata, com’è normale che accada per questo lasso temporale. Il run serale del modello americano (fig.1,2)la ripropone in parte, con una saccatura in entrata inizialmente occidentale, ma seguita da un afflusso freddo dalla Francia e da un parziale interazione con aria più fredda dall’Europa richiamata al suolo in seguito alla rimonta dell’anticiclone delle Azzorre verso nordest.
fig.1,2
Come si vede dalla immagine emisferica (fig.3), la parentesi più fredda rimarrà tale, in quanto il Vortice Polare a latitudini Artiche resta compatto, incapace di inviare un nocciolo freddo più cospicuo a latitudini temperate.
fig.3
In ogni caso, è sempre interessante notare come piccole variazioni nella traiettoria della saccatura e della conseguente risalita azzorriana possano variare anche di molto la previsione in senso freddo; ecco il dettaglio meteocièl dell’ultimo run del modello americano (fig.4).
fig.4
Ad ogni modo, come dicevamo, sembra inevitabile dopo metà mese un ulteriore ricompattamento della VPT, tale da sopprimere qualsiasi tentativo di fa giungere ulteriori impulsi perturbati nel Mediterraneo. La carta prevista per il 21 Dicembre non lascia molte speranze a interpretazioni soggettive. Unica figura che si oppone allo strapotere del VPT sembra essere l’anticiclone euroasiatico, visto in ulteriore rafforzamento, ma per adesso “in attesa” di un cedimento del VPT (fig.5).
fig.5
A quando lo sblocco di tale configurazione?? Per ora nulla o molto poco traspare, anche in stratosfera, dove però c’è qualche miglioramento nel lunghissimo termine; il warming siberiano descritto ieri infatti, appare più intenso e meglio indirizzato, capace in prospettiva di attaccare la struttura centrale del VPS in prospettiva (fig.6), ma per adesso sono solo ipotesi da verificare nei prossimi giorni.
fig.6
Al prossimo aggiornamento.
Ciao ciao