20-11-2014 - Salve a tutti; appuntamento serale con l’analisi delle emissioni giornaliere dei modelli, focalizzata per il lungo termine, come da tradizione del sito.
Secondo quando esposto ieri, nulla di rilevante dal punto di vista meteorologico dovrebbe accadere nel Mediterraneo nei prossimi 7 giorni; ci potrebbero essere, nei primi giorni della prossima settimana, brevi passaggi nuvolosi al nord, ma con scarse conseguenze per quanto è possibile vedere al momento. A partire dalla metà della settimana, intorno il 27-28 Novmbre, il quadro meteorologico a scala europea, con particolare riguardo al settore mediterraneo, dovrebbe quindi mutare, con un’importante cambiamento della circolazione atmosferica. Un’ampia saccatura dovrebbe farsi strada dal nord Atlantico, chiusa da due possenti anticicloni, azzorriano ed europeo, generando un’intensa ondata di maltempo in sede italica e nel mediterraneo centrale.
In merito all’ampiezza della saccatura e all’intensità del peggioramento, i pareri nelle varie emissioni sono parzialmente discordanti; il run 00 del mattino di GFS, il modello americano, confermava l’arrivo di una profonda depressione diretta proprio sull’Italia, con una fase di accentuato maltempo, distribuito abbastanza uniformemente nelle varie regioni.
Fig.1
Come si vede dalla fig.1, riferita al 30 Novembre, un minimo di 985 hPa avanza dal golfo del Leone verso i mari occidentali italiani, saccatura bloccata, maltempo intenso e duraturo su quasi tutte le regioni.
Non tutti le emissioni concordano nel vedere un peggioramento che si esplica secondo tali modalità; l’emissione 06 del modello americano e quella del modello europeo, vedono la colata Atlantica meno massiccia…
1) ….più occidentale secondo il modello europeo, con maltempo nuovamente concentrato al nordovest ed evoluzione bloccata verso est, sempre molto pericolosa (fig.2).
Fig.2
2)…taglio della saccatura (cut off) e formazione di una goccia fredda diretta verso il meridione secondo l’emissione 06 UTC del modello americano e del modello canadese.
Fig. 3,4,5
Evoluzione ancora incerta quindi, è normale, ma l’avvento di una nuova ondata di maltempo nel territorio italiano è ormai molto probabile per la fine del mese, occorrerà definire bene come si esplicherà.
E dopo, cosa succederà?? Anche in questo caso le diverse emissioni del modello americano, unico a spingersi oltre le 240 h, divergono parzialmente. Il run 00, uscito al mattino, riprendeva piuttosto fedelmente le argomentazioni riportate nell’editoriale di ieri, ovvero era palese una spinta sempre più pronunciata verso nordest dell’anticiclone azzorriano, verso il nord della scandinavia, tale da generare una circolazione di ritorno fredda dal bassopiano russo, come annunciato ieri, con genesi di un periodo più freddo e con possibilità di precipitazioni nevose (da stabilire ovviamente l’entità) anche a bassa quota.
Fig. 6,7
L’ultima emissione delle 06 UTC (la successiva è in fase di stesura mentre si scrive), prevede nuovamente un maggior accorpamento del Vortice Polare Troposferico, impossibilità dell’anticiclone delle Azzorre di spingersi a nord e nuova fase anticiclonica con tempo buono sull’Italia per la prima settimana di Dicembre.
Fig.8
Per questo tipo di previsione l’incertezza è ovviamente maggiore, andrà definita mehlio nelle prossime emissioni.
Vista l’incertezza nel lungo termine, perchè, quindi, in questa sede si insiste spesso nel prospettare l’avvento di una circolazione fredda o, comunque, di un inverno dinamico freddo, non di stampo Atlantico, già da Dicembre??
Alcuni aspetti sono stati già chiariti in editoriali di carattere generale riguardanti l’evoluzione della copertura nevosa nel comparto euroasiatico in Ottobre; abbiamo visto come alcuni parametri come SAI e OPI (approfondire l’argomento nei link del testo) abbiano infatti evidenziato che il vortice polare nel trimestre invernale potrebbe essere alquanto disturbato, con genesi di colate fredde alle medie latitudini. La presenza, in molte emissioni, di un anticiclone termico euroasiatico di sbarramento alle correnti occidentali già formato e piuttosto robusto, deporrebbe a favore di tale ipotesi quindi.
Altri tasselli, che avremo modo di approfondire in successivi editoriali, quali ad esempio la QBO (Quasi Biennal Oscillation), ovvero la direzione prevalente dei venti alle quote stratosferiche sopra le latitudini equatoriali, si stanno disponendo in maniera tale da favorire sempre la formazione di ondulazioni del getto polare di maggior ampiezza rispetto a quanto riscontrato lo scorso anno. Tutto ciò, deporrebbe sempre a favore della possibilità di avere colate fredde alle medie latitudini, nel caso le nostre regioni si collocassero all’interno del cavo d’onda di ondulazioni di grande ampiezza (onde di Rossby). Ne riparleremo in seguito, ma si vuol comunque chiarire come le ipotesi formulate in questi editoriali siano sempre frutto di un attento studio dei modelli.
Ciao ciao