Buona sera a tutti e ben ritrovati, ormai la stagione estiva è alle porte e arrivare con i terreni ben bagnati e un buon innevamento sulle Alpi può aiutare a mitigare la calura estiva, quanto meno nella prima parte dell’estate, oltre che ad essere una preziosa risorsa idrica per i prossimi mesi. Infatti, un suolo secco si riscalda più velocemente di un suolo umido, questo perché ha una capacità termica minore e quindi risponde più velocemente alle variazioni di temperatura. Ne consegue che un suolo secco, a parità di energia assorbita, determina un maggiore aumento di temperatura rispetto ad un suolo umido.
Per il monitoraggio della siccità utilizziamo come sempre lo Standardized Precipitation Index (SPI), un indice climatico che quantifica un deficit o surplus di pioggia rispetto ai valori medi a diverse scale temporali (usualmente 1, 3, 6, 12 e 24 mesi). Come possiamo vedere dalla mappa seguente, ad Aprile le piogge sono state in media o superiori al Nord e su buona parte della Toscana. Sul resto della penisola estese porzioni di territorio hanno visto un deficit da lieve ad estremo, in particolare sulla Sardegna e nel Lazio.
Indice SPI calcolato nell’ultimo mese – fonte Drought Central Osservatorio Siccità
Sul trimestre Febbraio-Aprile, il surplus domina anche in maniera elevata su tutte le regioni settentrionali e parte del centro; surplus anche in Campania, deficit meno marcato fra la Puglia e la Sicilia.
Indice SPI calcolato sul trimestre Febbraio-Aprile – fonte Drought Central Osservatorio Siccità
Il semestre Novembre-Aprile evidenzia condizioni di elevata criticità tra Sicilia e Calabria, a cui si aggiunge il Gargano, la Basilicata e la Sardegna sud-orientale. Il centro mostra una siccità da lieve a moderata, soprattutto sulle zone collinari e di pianura dei due versanti adriatico e tirrenico. Condizioni di umidità da lieve a severa si riscontrano invece su gran parte del Nord (fino ad estrema sulle Alpi).
Indice SPI calcolato sul semestre Novembre 2023-Aprile 2024 – fonte Drought Central Osservatorio Siccità
Situazione simile anche sul lungo periodo (12 mesi), anche se, come si può vedere dalla mappa sottostante, i valori di deficit sono in parte inferiori.
Indice SPI calcolato su un anno meteorologico Maggio 2023-Aprile 2024 – fonte Drought Central Osservatorio Siccità
La vegetazione forestale in Sicilia e Sardegna sud-orientale ha visto un aumento dello stress dovuto alla scarsità idrica fra la prima e la seconda metà di Aprile. Sull’Appennino e zone prealpine, invece, le anomalie positive di temperatura hanno favorito una ripresa vegetativa anticipata, ben evidente dai valori estremamente elevati dell’indice VCI.
Indice VCI nella seconda metà di Aprile – fonte Drought Central Osservatorio Siccità
In conclusione, possiamo dire che i terreni risultano molto bagnati ed umidi al Nord grazie alle abbondanti piogge degli ultimi mesi, mentre la situazione peggiora gradualmente man mano che ci si muove verso il meridione, ad eccezione della Campania. Il deficit maggiore si ha in Sicilia. Qui mediamente mancano dall’autunno scorso ad oggi circa 400mm di precipitazione che corrisponde ad un 80% delle piogge annuali. Le risorse idriche in zona sono ai minimi storici, con gli invasi a secco. La regione ha messo in campo diverse contromisure tra cui il razionamento idrico, la riattivazione di pozzi e tanto altro. Inoltre, anche le temperature troppo spesso sopra la media del periodo combinate all’assenza di pioggia per un lungo periodo espongono le coltivazioni e il territorio a maggiore stress vegetativo, con elevata evapotraspirazione. Fortunatamente, tra ieri ed oggi è ritornata la pioggia sulla regione sicula che ha permesso di ridare un po’ di sollievo alla vegetazione e al territorio martoriati dalla siccità. Ovviamente ciò non basta, per risanare questo pesante deficit occorrerebbero numerosi passaggi perturbati, ma ormai con l’avvicinamento della stagione estiva ciò sarà sempre meno possibile e quindi la situazione rimane preoccupante per l’isola sicula in vista dell’estate. Ovviamente nessuno può sapere come sarà l’estate, ci si augura di scongiurare il più possibile intense e prolungate ondate di calore che ormai sempre più frequentemente caratterizzano le nostre estati degli ultimi 20 anni, con l’Anticiclone Africano che ha sostituito quasi del tutto il più mite Anticiclone delle Azzorre che caratterizzava le nostre estati mediterranee fino a qualche decennio fa.
Un buon proseguimento di serata a tutti voi da Michele Tonnini, Meteorologo e Staff Meteoscienza.