26-01-2021 - Salve a tutti, editoriale invernale, come sempre, perchè in questa rubrica, che potremmo definire di “resistenza umana e meteorologica”, si cercano di individuare le tendenze che possano maggiormente stuzzicare la fantasia dell’appassionato, come lo scrivente, che cerca di capire se il proprio desiderio di assistere a fenomeni meteorologici di particolare interesse verrà appagato.
Quest’anno è risultato particolarmente dinamico a riguardo. Va chiarito infatti che il Vortice Polare ha assolutamente assecondato quelle che, da letteratura (Buldwin & Dunkerton, 2001) sono le linee guida conseguente al verificarsi a un ESE warm, ovvero al superamento a 10 hPa della soglia NAM (North Annular Mode) di -3.
Cerchiamo di spiegare meglio; negli anni passati, quasi tutto lo scorso decennio, il VP si è presentato molto compatto in inverno, con scarsa propensione al rilascio di nuclei gelidi verso le medie latitudini e conseguente arrivo di ondate di freddo, ben circostanziati e magari a carattere eccezionale (2012, 2014, 2017).
Quest’anno è esattamente il contrario, il VP è debole, disunito e il tempo è molto dinamico alle medie latitudini, anche europee, con peggioramenti frequenti, con piogge anche abbondanti, nevicate sui rilievi, sovente a quote basse.
Ma come mai non arriva il gelo e le nevicate eccezionali??
Perchè appunto sono eccezionali e dipendono da numerosi fattori, sebbene quest’anno ci sia una maggiore predisposizione perchè ciò accada.
Veniamo alla pratica delle carte a disposizione. L’emisferica del modello europeo evidenzia come, nonostante non ci siano affondi perturbati di rilievo nelle nostre regioni, i lobi del VP siano comunque disuniti, con cellule altopressorie collocate in diversi punti a smembrarne la struttura.
fig.1
Si tratta di una conseguenza dell’evento stratosferico estremo di inizio anno??
Certamente SI e la testimonianza lo sono le Alpi e Appennini pieni di neve come da decenni, in particolare nel secondo caso, non accadeva.
Ma il meglio forse deve ancora arrivare. Ad esempio, ecco come una normale perturbazione atlantica possa generare un’irruzione fredda di notevole portata grazie alla vicinanza dei lobi gelidi menzionati, in particolare quello europeo (LE).
fig.2
Evidente l’aggancio del nucleo atlantico con il lobo europeo, ed ecco le conseguenze nell’emissione mattutina del modello americano per il periodo tra fine Gennaio e inizio Febbraio.
fig.3
Quest’irruzione di fine anno viene continuamente ripresa e smentita dai modelli; il motivo è perchè, davvero, l’aggancio tra il vortice atlantico e il lobo gelido è dipendente da molti fattori in cui una piccola differenza può stravolgere la previsione, è il caos insomma, ma ad esempio, il modello americano parallelo, che sostituirà quello ufficiale tra poco, la inserisce ancora piuttosto vigorosa a inizio Febbraio.
fig.4
Tutto ancora da definire per Febbraio insomma, nonostante la previsione sia abbastanza vicina.
fig.5
A seguire, altre saccatura anche a contributo artico sono previste, anche a breve distanza temporale.
fig.7
Ma il grande freddo, la grande ondata arriverà??
Non è possibile dirlo ora, stasera il lungo termine del modello americano non è entusiasmante come quello di ieri, ma restano in piedi tutte le premesse perchè ciò avvenga.
La MJO punta sempre decisamente in fase 6-7-8.
fig.8,9
La tendenza all’insorgenza di blocchi atlantici coriacei è qu9indi sempre presente e il VP non sembra riprendersi alle quote troposferiche nemmeno nel lungo termine.
fig.10
Insomma, i modelli cambieranno ancora moltissimo, ciò è proprio dovuto al peculiare assetto assunto dal VP, che rende difficile la previsione, ma è molto probabile che nei prossimi giorni ci saranno ancora una volta cambiamenti molto decisi.
Ciao ciao..