10-01-2021 - Salve a tutti, editoriale domenicale, in un continuo alterarsi delle evoluzioni mostrate dai modelli, più o meno chiare, più o meno favorevoli alle nostre attese.
Cerchiamo di chiarire come potrebbero andare le cose ai numerosi appassionati che seguono le vicende meteorologiche su questa rubrica.
Anche oggi molte regioni italiane sono state caratterizzate da maltempo con piogge, nevicate e temperature basse al centronord, di poco superiori allo zero in pianura Padana, inferiori ai 10 C al centro.
Tutto ciò ha contrastato parecchio con quanto rilevato in alcuni settori del sud, in particolare i settori tirrenici siciliani, dove forti venti di caduta appenninici hanno fatto letteralmente volare le temperature fino al valore di 29,6 C registrato a Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese.
Si è trattato di un fenomeno estremamente localizzato e, anzi, nei prossimi giorni le temperature scenderanno parecchio in quelle zone, giungendo sotto media come vedremo più avanti nella trattazione.
In effetti, dopo qualche giorni di relativa pausa al maltempo, con temperature però piuttosto fredde, dopo la metà del mese dovrebbe giungere nelle nostre regioni la prima ondata di freddo tipicamente continentale, ben inquadrata da entrambi i modelli.
fig.1
Il modello europeo vede isoterme molto basse per l’irruzione fredda prevista, sebbene senza la formazione di un’approfondita depressione.
fig.2
A seguire, il modello americano vede la risalita di una struttura di blocco che però tende ad andare alla “deriva”, ovvero a risalire verso il settore artico canadese.
fig.3
Configurazione particolare, che appare parzialmente influenzata dagli assetti stratosferici ma con onde non convergenti, che favoriscono un compattamento della struttura del VP.
fig.4
Tale visione è ben inquadrata dal grafico del NAM, che evidenzia io ritorno a valori positivi nei bassi strati a termine del range previsionale.
fig,.5
Quanto è affidabile tale previsione in controtendenza, stasera in parte ripresa dal modello europeo??
Teniamo conto che il grafico riportato sopra cambia al cambiare delle emissioni dei modelli. Un mese fa vedeva l’arrivo di un ESE cold, ma poi sappiamo bene come un ESE warm, evento stratosferico estremo, sia avvenuto in senso opposto e questo ormai è un dato di fatto.
Inoltre, il VP si presentava già disturbato prima dell’ESE e, pertanto, pensare a un ricompattamento proprio ora c’è il contributo stratosferico appare davvero improbabile.
Se guardiamo il tracciato dell’AO che in pratica è il valore del NAM a 1000 hPa, notiamo una grande dispersione nella previsione, con la maggioranza dei cluster che comunque permane su valori decisamente negativi.
fig.6
L’indice NAO resta leggermente negativo, concordante con ipotesi di blocchi atlantici.
fig.7
Gli spaghetti del modello americano in tal senso sono molto indicativi ed evidenziano come il run ufficiale sia più caldo della media, soprattutto nella seconda parte.
fig.8,9,10
Da notare come anche le regioni del centrosud tenderanno a scendere sotto media nei prossimi giorni, mentre al nord lo sono già.
In effetti, a ben guardare, le ENS del modello americano, ovvero tutte le diverse “perturbazioni” della corsa ufficiale, effettuate per testare l’affidabilità della stessa, sono presenti evoluzioni assolutamente compatibili con uno stravolgimento emisferico conseguente al superamento della soglia NAM e di conseguenza a un VP disturbato.
fig.11
Ciao ciao
In sostanza quindi, ci saranno anche pause soleggiate, ma l’assetto che si dovrebbe venire a creare nel VP resta disturbato e facilmente prediposto a una generale dinamicità e all’arrivo di irruzioni fredde dalle latitudini polari anche per un periodo di tempo molto lungo.