06-01-2019 - Salve a tutti, siamo giunti all’editoriale della Befana, finiscono le ferie, comprese quelle dello scrivente, che comunque ha sempre lavorato molto sugli editoriali, ma gli argomenti sono sempre tanti.
Nonostante lo scetticismo e, talvolta, l’ironia di alcuni, il freddo è arrivato su molte regioni italiane; i venti da nord nord est che hanno soffiato a partire da ieri mattina in Adriatico e poi su buona parte della penisola hanno reso l’aria piacevolmente frizzante, portando qualche nevicata al sud, alquanto sparsa ma fiocchi sono stati segnalati in città come Cosenza e Lamezia Terme, che non sono propriamente località gelide….
Cosa succederà nei prossimi giorni??
Ebbene, si è più volte accennato nei precedenti editoriali al rafforzamento in atto nel VP a tutte le quote; in effetti, tale rafforzamento al momento è più marcato in troposfera, alle quote a noi più vicine e si evince con costanza nelle previsioni dei principali modelli.
fig.1
La carta riportata è riferita al 13 Gennaio e riferisce di un VP alle quote troposferiche estremamente compatto, senza influenze delle onde planetarie, ben mantenute ai margini (1 e 2).
Nella stratosfera intanto, il VP attualmente appare decentrato, tale che il NAM, la misura della compattezza appunto, si mantenga al di sotto del valore critico di 1,5 (leggere editoriale per avere spiegazioni di maggior dettaglio in merito al NAM).
Ma proprio le dinamiche descritte in troposfera sembrano poter rivestire un ruolo decisivo nell’accelerazione delle velocità zonali anche ai piani stratosferici, con il VPS che è visto accentrarsi a metà mese.
fig.2
Il risultato consisterebbe nel superamento, secondo il modello americano, della soglia NAM di 1,5 intorno il 13 Gennaio, con i suo mantenimento su valori elevati anche nei giorni successivi.
fig.3
Le conseguenze del processo descritto potrebbero consistere nel mantenimento della attuale tendenza alla disposizione compatta del VP (strong) per 45-60 giorni, secondo l’ormai acclarata teoria di Baldwin & Dunkerton. In parole povere, potrebbe non succede niente di speciale fino a tutto i mese di Febbraio.
L’affermazione è un po’ forte, ma la sperimentazione diretta ha confermato quanto ora menzionato.
Non resta che aspettare la primavera??
Assolutamente NO, la regola c’è ma ogni anno ha la sua storia, occorrerà verificare la reazione ulteriore della troposfera, gli occhi sono puntati all’area scandinava, in attesa che possa strutturarsi un blocco.
In secondo luogo, l’indice MJO si sta dirigendo verso settori favorevoli alla formazione di blocchi atlantici, fornendo il suo contributo alla perturbazione della corrente a getto.
fig.4
Un aspetto scientificamente molto rilevante della ripartenza della MJO a elevate latitudini è la sua correlazione con un possibile allentamento della siccità in Australia, devastata da enormi incendi boschivi. In effetti, il riscaldamento delle acque attorno al continente e la fine di valori estremamente positivi di IOD, ovvero della distribuzione delle anomalie di temperatura delle acque dell’Oceano Indiano, potrebbe favorire l’attività convettiva in quel settore di globo e far ripartire l’oscillazione MJO come mostrato da grafico.
Insomma, in parole povere, ancora ci sono speranze, da seguire attentamente le prossime emissioni.
Nel frattempo, non è detto che le temperature saranno sopramedia ovunque; certamente pioverà poco, ma farà più caldo al nord e meno al sud, dove vi saranno frequenti disturbi freschi da nord est, o addirittura freddi come ora.
Come sempre, c’è molto da discutere e lo faremo in questa sede.
Ciao ciao