01-12-2017 - Salve a tutti, inverno meteorologico che sembra voler iniziare nel migliore dei modi, sia in termini di fenomeni in atto, sia come previsioni nel medio lungo termine.
Forte peggioramento a carattere freddo in atto nei mari occidentali italiani. Aria molto fredda sta affluendo a tutte le quote dalla Francia, generando corpi nuvolosi che, al momento, stanno interessando in prevalenza nord ovest e Sardegna.
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Nevicate anche intense sono in atto nel Piemonte occidentale, soprattutto cuneese, come da previsione colpito duramente dall’ondata di maltempo, ma in giornata qualche fiocco è arrivato sulla costa ligure, fino a Genova.
Ai numerosi appassionati che seguono questa rubrica occorre sottolineare come la parte più cospicua delle precipitazioni debba ancora arrivare, con il Piemonte occidentale che riceverà una cospicua dose di neve, ma anche il centro, in prospettiva, vedrà la neve, sebbene a quote più elevate, in media sui 700-800 m ma localmente anche più in basso. Intorno ai 900 m la quota neve nel Tirreno meridionale.
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Il maltempo tenderà a esaurirsi a partire proprio dal nord ovest nella giornata di Domenica, molto gradualmente; seguirà qualche giorno più caldo e soleggiato, ma Dicembre ha in serbo ancora molte sorprese, in fase di definizione, ma che potrebbero essere anche eclatanti.
Sembra ormai abbastanza probabile infatti, che una nuova saccatura a carattere freddo possa interessare il Mediterraneo proprio durante il ponte dell’Immacolata.
Il modello americano la vede approssimarsi con un primo deciso affondo già nella giornata di Sabato, con maltempo e nevicate sui rilievi.
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Ancora più esplosiva l’evoluzione presentata dal modello europeo, che vede un vero e proprio split di un corposo nucleo del Vortice Polare, con l’anticiclone delle Azzorre che trova strada libera verso l’Artico.
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Simili evoluzioni , già presentate nelle ultime emissioni del modello europeo, derivano tutte le una certa debolezza del VP stesso nella stagione in corso. Tale aspetto diventa davvero eclatante nell’ultima emissione del modello americano dove, grazie a una poderosa azione della wave 1 dalle coste americane del Pacifico, si attua un penetrante forcing in Artico, con insediamento di un robusto anticiclone polare, con un massimo addirittura di 1060 hPa al suolo proprio nell’area del polo nord.
fig.5
Si tratta di carte che negli ultimi anni non si sono viste spesso e che, se confermate, indicherebbero uno stato di salute precario del VP stesso, con una distribuzione dei lobi freddi a latitudini inferiori attorno al “mostruoso” anticiclone da manuale meteo.
Insomma, nonostante la spinta aleutinica sia nuovamente decentrata dalle montagne rocciose, sembra che la forza con cui la sua azione possa andare in porto in Artico riesca a eliminare qualsiasi resistenza del VP e un pericoloso ricompattamento già visto gli scorsi anni.
fig.6
Ciao ciao