30-01-2017 - Salve a tutti, nuovo rapido aggiornamento modelli, anche per soddisfare la curiosità dei molti appassionati che si chiedono quale saranno le sorti dell’inverno in corso, proprio nelle giornate notoriamente ritenute le più fredde (giorni della Merla)…
Nell’editoriale di ieri abbiamo visto come, a scala emisferica, si vadano profilando importanti cambiamenti negli assetti generali del Vortice Polare, dai quali è possibile anche ipotizzare ripercussioni notevoli per le nostre regioni.
In buona sostanza, la costante presenza di un lago freddo particolarmente vasto e duraturo, nella stagione in corso, nella massa continentale russo siberiana sta favorendo, nella fase di massima espansione, un arretramento del nucleo più intenso del VP stesso verso il comparto canadese, andando a porre le basi per una configurazione cosiddetta da dipolo artico negativo (utilizzando come riferimento i valori dei geopotenziali in area canadese).
fig.1
La fig.1 si riferisce alla previsione per la fine della prima decade ed evidenzia come la contrapposizione tra le due figure principali a scala emisferica sia sempre molto netta, conil VP praticamente “recluso” nel settore canadese, ad eccezione di un intenso lobo gelido nella Siberia centrale, che potrebbe nche avere ripercussioni notevoli nel settore europeo in prospettiva.
Per il resto, nella rimanente porzione di emisfero euroasiatico, predomina una vasta figura altpressoria ibrida.
Veniamo ora alla domanda più importante: quali potrebbero essere le conseguenze più significative per le regioni mediterranee delle dinamiche descritte??
Ebbene, in una prima fase, l’opposizione del “muro altopressorio presente all’ingresso del continente europeo consentirà il “dirottamento” degli impulsi atlantici verso il Mediterraneo, dopo un lungo periodo di siccità.
Il primo di tali impulsi dovrebbe giungere nelle regioni settentrionali nella giornata di venerdì.
fig.2
Il secondo, con un blocco scandinavo in fase di abbozzo, dovrebbe giungere tra Domenica e lunedì e dovrebbe risultare maggiormente incisivo, coinvolgendo tutto il centronord con piogge e nevicate in montagna, a quote medio-alte comunque.
fig.3
Dalle figure 2 e 3 si evince come i peggioramenti descritti saranno di stampo essenzialmente atlantico e, pertanto, non freddi, ma avranno il pregio di riportare le precipitazioni al nord e qualche nevicata sui rilievi alpini, oltre gli 800-1000 m.
Cosa succederà dopo??
Ebbene, risulta utile, a questo punto, riproporre la fig.1, per capire quali saranno i punti salienti della evoluzione del tempo per il mese di Febbraio probabilmente,elencati in sequenza temporale:
- Contrapposizione tra VP nel comparto canadese e anticiclone euroasiatico
- Flusso instabile atlantico alla base dell’anticiclone europeo, con arrivo delle perturbazioni atlantiche nel Mediterraneo
- Maggiore affermazione del blocco scandinavo e sostituzione delle perturbazioni atlantiche con apporti freddi continentali
- Eventuale interazione atlantico-continentale proprio nel Mediterraneo
fig.4
Nella figura 4, riproposizione della fig.1, la freccia nera indica la direzione di spostamento dell’eventuale blocco scandinavo e successiva apertura dei geopotenziali in artico.
Il tempo della parte centrale di Febbraio dipenderà sostanzialmente dall’equilibrio di forze e conseguente collocazione delle grandi figure bariche menzionate nei punti da 1 a 4, ovvero lobo canadese, cellula scandinava e lobo gelido siberiano (LS) in possibile traslazione verso ovest.
Al momento, nei modelli, l’evoluzione che si presenta è di un vero e proprio stallo, con le figure menzionate che si fronteggiano proprio nel territorio europeo e con la penisola italiana, ancora nel limbo, con pressioni livellare e raggiunta saltuariamente da impulsi atlantici.
Sarà questa l’evoluzione di Febbraio??
A giudizio dello scrivente sarà difficile che tale stallo possa durare molto. Il VP, infatti, continua a indebolirsi sotto la spinta delle dinamiche stratosferiche (non ci sarà un major warming comunque), contrastando sempre meno l’affermazione del blocco anticiclonico in sede scandinava e, di conseguenza, il grande serbatoio gelido a est sembra in grado di avanzare gradualmente verso ovest, come ipotizzato anche dal modello americano, che vede una imponente colata gelida alle porte dell’Europa per metà mese (fig.5).
fig.5
Occorrerà aspettare quindi le prossime emissioni e capire come le sorti della “guerra” in atto a scala emisferica tra le due figure bariche menzionate; nel frattempo, dovrebbero finalmente giungere le precipitazioni nelle regioni del nord e tirreniche.
Ciao ciao