22-02-2016 - Salve a tutti, eccoci di nuovo insieme a commentare i modelli, finalmente abbastanza interessanti e in piena evoluzione, dopo lunghi periodi di stasi meteorologica.
Innanzitutto diciamo subito che il tempo sta pienamente rispondendo alle attese, l’onda calda sta raggiungendo l’apice in queste ore e i 25° C all’estremo sud potrebbero essere raggiunti nella giornata di domani.
Ma ben diversa sarà l’evoluzione che seguirà la parte finale di Febbraio e, molto probabilmente l’inizio di Marzo. La linea evolutiva generale, che potrebbe reiterarsi per più cicli nei prossimi 10 giorni, può essere riassunta come segue: “distacco di nuclei di vorticità dal lobo canadese del VP, nel settore a sud della Groenlandia e successiva rapida loro traslazione verso l’Europa sudoccidentale e il Mediterraneo”. Di conseguenza, a giudicare dal luogo di formazione, le masse d’aria in arrivo nel Mediterraneo possono essere definite artiche, sebbene il tragitto sia quello classico dell’afflusso polare marittimo.
Ecco il primo grande impulso in arrivo il prossimo week-end; un massiccio lobo gelido del lobo canadese (-40° C a 5000 m inizialmente) scivola lungo tutto l’Atlantico per affondare nel Mediterraneo dalla porta di Carcassone (fig.1).
fig.1
Così come riportata dai modelli alle 120 h (affidabilità piuttosto alta quindi) il peggioramento in arrivo non è da sottovalutare, sarebbe sicuramente il più intenso di tutta la stagione invernale e tutti i modelli sono concordi. In fig.1 c’è quello americano, mentre quello europeo non è da meno (fig.2).
fig.2
La dinamica mostrata sarebbe capace di innescare intense correnti meridionali e forti precipitazioni su buona parte della penisola italiana, nevose a quote medie sulle Alpi, anche piuttosto basse (500-600 m) nel nordovest. I dettagli al momento sono prematuri, ma la fase perturbata sembra di grande rilievo, da seguire con attenzione e potrebbe continuare per molto tempo.
In effetti, sebbene sempre con la cronica difficoltà nella realizzazione di una decisa elevazione della wave 2 atlantica, sembra possibile una reiterazione delle dinamiche illustrate, con continuo distacco e afflusso di nuclei perturbati nordatlantici nel Mediterraneo (fig.3).
fig.3
In questa fase , le precipitazioni nevose potrebbero giungere anche in Appennino, per un inizio di primavera completamente diverso dalla stagione invernale giunta ormai al termine.
In tal senso, un aiuto in merito sembra possa giungere dalla stratosfera, ormai meno influente, ma dove il warming previsto ai primi di Marzo sembra fare sul serio, con uno split decisivo perle sorti del VPS, giunto al termine del suo ciclo vitale (fig.4).
fig.4
Insomma, il passato è alle spalle, ma il presente non è affatto male.
Ciao ciao