12-10-2015 - Salve a tutti; eccoci nuovamente dall’irrinunciabile appuntamento serale di commento ai modelli. Quello di stasera lo è a maggior ragione in virtù delle incredibili evoluzioni che si vanno proponendo per il lungo termine. Infatti, per il terzo giorno consecutivo, il run mattutino del modello americano (sempre il medesimo) propone scenari gelidi per la fine del mese di Ottobre, dove la parola “gelido” non è più un modo di dire, ma rappresenta la possibile evoluzione prospettata dai modelli. Ricapitoliamo quindi quanto proposto dalle carte e poi verifichiamo le reali possibilità che si prospettano per la seconda del mese in questo autunno molto movimentato.
In sostanza, dopo una settimana caratterizzata da notevole instabilità atmosferica nel Mediterraneo (ved. editoriale del mattino), ancora una volta i modelli vedono la partenza di una poderosa pulsazione dell’anticiclone delle Azzorre verso l’Artico a inizio terza decade di Ottobre (fig.1).
fig.1
La manovra descritta instabilizza notevolmente il Vortice Polare nel settore Artico più vicino alla nostra parte di emisfero, con conseguente accenno di bilobazione dei due nuclei, canadese e siberiano, e relativo split nella Russia europea del secondo. L’evoluzione prosegue da manuale, con il progressivo isolamento di un corposo nocciolo gelido in quota del VPT (fino a -35° C a 500 hPa, 5500 m), nel bassopiano russo, supportato da aria molto fredda anche nei bassi strati (fino a -12° C a 850 hPa, 1500 m) fig.3.
fig.3
Già fino a ora l’evoluzione descritta può essere considerata spettacolare, ma la prosecuzione dell’evento è ai limiti dell’eccezionalità, con ulteriore rotazione in senso orario dell’asse del blocco azzorriano e messa in moto retrogrado del nucleo gelido artico verso le nostre regioni settentrionali (fig.4).
fig.4
Le termiche raggiunte per l’arrivo del nocciolo gelido russo sono davvero da urlo, assolutamente gelide anche nei mesi invernali, ecco la carta a 850 hPa (1500 m, fig.5).
fig.5
Addirittura la -10° C a 850 al nord Italia, isoterma da evento anche in inverno, visto quanto accaduto negli ultimi anni. Significherebbe, nella sua bassissima probabilità di evento, intendiamoci, NEVE ESTESA in pianura Padana E a bassa quota nell’Appennino centrosettentrionale.
Soffermiamoci per qualche attimo sulle fig.3 e 4, davvero incredibili, in quanto ci sono alcuni passaggi che renderebbero l’evento veramente eccezionale. Tali passaggi sono riassumibili in tal modo:
1) Presenza di una colata gelida di dimensioni ragguardevoli a nordest della penisola italiana
2) Presenza di un blocco anticiclonico ben strutturato che dirotterebbe il nucleo gelido verso il Mediterraneo
3) Successivo taglio della radice dell’anticiclone (tunneling) e alimentazione umida Atlantica in entrata nel Mediterraneo con precipitazioni copiose, nevose a bassa quota quindi al centronord
Davvero molti i fattori che dovrebbero combaciare con i tempi giusti per consentire un tal evoluzione, che in passato hanno generato le maggiori nevicate in pianura nel suolo italiano, ma che, ripetiamo, al momento ha scarsissime probabilità di realizzarsi.
Ma è davvero impossibile che ciò accada?? In realtà no, è già successo, nello stesso periodo 37 anni fa, il 2 Novembre del 1980, quando tutta la pianura emiliana fu ricoperta da uno strato di circa 10 cm di neve. Ecco la carta relativa al tale evento confrontata con quella prevista dai modelli per il 27 Ottobre (il periodo è simile)
- Previsione 27 Ottobre 2015
- Ricostruzione 2 Novembre 1980
Come si vede dalle fig. 4 e 5, l’evoluzione è davvero simile; in verità l’irruzione prevista per il 27 Ottobre è ancora più fredda e potente, ma purtroppo è una previsione alle 360 h.
A prescindere però dalle reali possibilità di evento, appare chiaro come, per la terza decade di Ottobre, si prospetti la possibilità di una irruzione fredda a larga scala nel nostro territorio dalle regioni artiche. In effetti, la previsione del run mattutino, per quanto estrema nel finale, non è isolata nel panorama ensemble degli spaghetti, ecco quelli per Verona (fig.6).
fig.6
Come si vede dal tracciato delle temperature previste a 850 hPa, l’emissione ufficiale (in grassetto verde) non è isolata nel contesto freddo dopo metà mese. La visione così estrema di GFS06 (ora di emissione) di discosta dalle altre solo nelle ultime48 h (come segnalato) ma, come già affermato, far arrivare la -10° C a 1500 m è davvero troppo per Ottobre, è sufficiente anche meno.
Insomma, occhi puntati nella terza decade, l’evento di dimensioni rilevanti (non necessariamente eccezionale) non è impossibile e, anzi, le emissioni del modello americano sembrano avallare tale ipotesi.
Ciao ciao