27-01-2015 - Salve a tutti; consueto (ormai) appuntamento del mattino, per analizzare la peculiare evoluzione meteorologica prevista dai modelli, con l’avvento di una lunga fase perturbata nel Mediterraneo a partire da giovedì 29 Gennaio. Tutto confermato fino al periodo 3-4 Febbraio, con ripetuti affondi perturbati dalla Francia (dalle carte se ne possono contare almeno 5 !!!!); successivamente, da definire la tenuta del blocco azzorriano, sempre ostacolato dalla invadenza del lobo canadese in Atlantico, mentre nel lunghissimo termine spunta l’ipotesi di un ponte altopressorio con il blocco russo, ma ancora in embrione e non ben definita.
Partiamo quindi dagli aspetti più probabili; giovedì 29 giungerà nel Tirreno un primo impulso perturbato “apripista”, seguito dal vero split del lobo europeo del Vortice Polare, con geopotenziali bassisimi in quota e minimo di 975 hPa al suolo (fig.1)
fig.1
Tra giovedì e venerdì, forti rovesci e maltempo anche forte interesseranno tutte le regioni tirreniche, in particolare il Tirreno venerdì; in particolare il medio e basso Tirreno andranno incontro a vere “tempeste”, con grandinate e colpi di vento in occasione delle precipitazioni più intense (fig.2,3)
Le temperature in questa fase non saranno particolarmente basse e, anzi, al centrosud aumenteranno rispetto ai valori attuali, piuttosto bassi, ma questo sarà solo l’inizio. Altre perturbazioni, in serie si succederanno infatti nel week-end, collegate alla “giostra” dell’enorme lobo del VPT stazionante nell’Europa centrale. Tra sabato sera e domanica mattina un altro intenso impulso perturbato interesserà il medio alto Tirreno questa volta, con episodi di forte maltempo e nevicate in discesa a quote comprese tra i 500 m e i 900 m (fig.4, i dettagli verranno forniti nei prossimi giorni).
fig.4
A questo punto, l’anticiclone delle Azzorre inizierà a spingere maggiormente verso nord e i nuclei di aria fredda in quota si spingeranno maggiormente nel Mediterraneo; un’altra intensa perturbazione giungerà quindi tra i giorni 3 e 4 Febbraio nel bacino del Mediterraneo, innescando una nuova fase di maltempo, con nevicate questa volta a quote basse che, nelle regioni centrali, Toscana ed Emilia Romagna comprese, potrebbero spingersi intorno 200-300 m o in pianura nelle aree emiliane (fig.5)
Dalla figura 5 si evince come l’anticiclone delle Azzorre, negli aggiornamenti odierni, accusi maggiormente l’ingerenza del lobo canadese in Atlantico, risultando di fatto impedita la seconda rimonta di rafforzamento del blocco (fig.5,6)
fig.6
Tale azione potrebbe spingere più a est la colata gelida e la relativa saccatura artica dopo il 4 Febbraio con cessazione delle precipitazioni nevose al centronord. Proprio questa dinamica potrebbe far giungere altresì giungere il freddo vero in Italia alla fine della prima decade di Febbraio; nel run 00 infatti, l’anticiclone delle Azzorre è visto puntare decisamente verso nordest, con un abbozzo di ponte di Woeikoff nella prima decade di Febbraio (fig.7)
fig.7
In questa carta, datata 7 Febbraio, si è in effetti a un passo dall’evento, ma il lobo canadese spinge troppo in Atlantico e chiude la rimonta azzorriana. In tale ottica appare comunque sempre più probabile una fase continentale nel territorio italiano alla fine della prima decade di Febbraio, con nevicate a quote molto basse sul medio Adriatico e al sud, come confermato anche dal run 06 successivo (fig.8).
fig.8
Riassumendo, sono tre le fasi principali che potrebbero contraddistinguere il tempo dei prossimi 10-12 giorni:
1) Appare ormai acclarata la fase artica prevista tra il 29 Gennaio e il 4 Febbraio, in cui una serie di impulsi perturbati porteranno nevicate a quote sempre più basse sui rilievi appenninici e, a fine evento, forse anche in pianura Padana nei settori meridionali (Emilia Romagna)
2) Nel periodo 4-6 Febbraio la spinta dell’anticiclone delle Azzorre potrebbe inaugurare una fase di maltempo di stampo artico-continentale nel Mediterraneo, ma l’entità della stessa dipenderà dalla capacità di elevazione della struttura di blocco, ancora incerta.
3) Dopo il 7 Febbraio ci potrebbe essere una ulteriore continentalizzazione delle avvezioni fredde nel Mediterraneo, con alimentazione dai quadranti orientali ed eventuale comunicazione con le strutture altopressorie euroasiatiche, ma anche in questo caso la dinamica è però da definire, a causa del rafforzamento del Vortice Polare e dell’ingerenza del relativo lobo canadese in Atlantico.
A chiusura della presente discussione, si ribadisce ancora come il periodo perturbato in partenza nei prossimi giorni possieda tutte le caratteristiche per essere intenso e duraturo, sebbene nessuna ondata di gelo sia prevista nel breve, ma restano valide tutte le premesse fatte nei precedenti editoriali in merito all’andamento della parte finale dell’inverno.
Ciao ciao