16-01-2015 - Salve a tutti; consueto aggiornamento serale con l’analisi modelli, alle soglie di una importante fase perturbata per molte regioni italiane, soprattutto del centronord. Il tempo è già peggiorato al nord, specialmente settori occidentali, la neve intanto è giunta copiosa nelle prealpi piemontesi e lombarde, con la perturbazione che sta interessando diffusamente il nord Italia, come si evince dall’immagine dinamica del satellite (fig.1).
fig.1
Come preventivato nell’editoriale di ieri, nonostante la quota neve difficilmente scenda in media al di sotto dei 1000 m, a scala locale numerosi sono i casi di microclimi particolarmente favorevoli a un deciso abbassamento di tale quota, come le vallate alpine più interne, disposte magari con asse orientato in senso est-ovest e, quindi, parzialmente riparate dalle correnti meridionali innescate dall’arrivo del fronte perturbato (ad esempio è stata segnalata neve mista a pioggia nella città di Domodossola in mattinata, a soli 250 m s.l.m.).
Nelle prossime 24 h il tempo andrà ulteriormente peggiorando nelle Alpi centrali o del triveneto, mentre le prime schiarite si faranno strada su Piemonte e Val D’Aosta in nottata. Forti nevicate colpiranno quindi i rimanenti settori della barriera alpina, con quota neve in progressivo abbassamento entro domani sera. Molto interessate la carta di previsione del modello europeo per la serata di domani, sabato, nevicate anche intense a quote collinari potrebbero interessare i rilievi del triveneto e della Lombardia orientale, a causa dell’costante afflusso di aria polare marittima dalla Francia (fig.2).
fig.2
Dal confronto con la carta delle precipitazioni prevista dal modello LAMMA partire dalla mezzanotte di oggi, si evince come gli accumuli possano essere anche considerevoli nelle montagne delle regioni menzionate (fig.3).
fig.3
A seguire, una pausa precipitativa dovrebbe interessare le regioni del centronord dal pomeriggio di domenica, mentre il tempo peggiorerebbe al sud, ma senza nevicate sui rilievi a causa delle temperature molto alte. Mercoledì 21 ecco però avanzare il nuovo intenso peggioramento, già dalle prime ore del mattino, con un nucleo di aria Artica che dal mare del Nord si dirigerà verso il Mediterraneo occidentale, “indirizzato” dalle due figure di blocco ai lati (fig.4).
fig.4
Proprio nelle prime ore di mercoledì permane, con le attuali proiezioni, la possibilità di avere nevicate in pianura al nordovest. Molto probabile le neve nel cuneese, torinese e biellese, da definire il coinvolgimento dei settori più a est, fino a tutta la Brianza e milanese, ma le possibilità sono concrete. Ecco le previsione di dettaglio estratta dal modello americano (fig.5).
fig.5
Giovedì 22 il nucleo perturbato entrerà più decisamente nel Mediterraneo, innescando una fase di intenso maltempo nelle regioni tirreniche, con quota neve piuttosto elevata però, mentre nel cuneese le nevicate potrebbero resistere praticamente per tutto il peggioramento, con accumuli anche consistenti; probabile passaggio a pioggia altrove (fig.6 e 7)
A seguire, per l’ultima settimana del mese, sussistono al momento importanti differenze nella evoluzione prospettata dal modello europeo e quello americano. Entrambi vedono un Vortice Polare piuttosto forte, con asse obliquo orientato dal Labrador verso la Siberia centrale e orientale, ma con sostanziali differenze nei particolari:
1) Quello europeo però lascia maggiore spazio alla risalita e alla formazione di un nucleo di alta pressione sulla scandinavia e mar di Norvegia, limitando l’ingerenza del lobo canadese del VPT in trasferimento verso il settore euroasiatico (fig.8).
Quello americano vede l’asse principale del VPT leggermente ruotato in senso antiorario alle 240 h (26 Gennaio), in maniera tale da chiudere lo spazio per la risalita azzorriana, che viceversa “spancia” verso il Mediterraneo e, soprattutto, impedisce l’alimentazione fredda continentale verso il Mediterraneo stesso e, in sostanza l’arrivo del freddo (fig.9).
fig.9
Si tratta di differenze solo apparentemente esigue, in quanto, secondo la dinamica prevista dal modello europeo, permane la possibilità che, dopo un confronto serrato tra le figure antagoniste della struttura del VPT e del anticiclone euroasiatico, possa innescarsi un afflusso gelido dal bassopiano russo, ipotesi praticamente impossibile nella visione del modello americano; nei prossimi giorni aggiorneremo a riguardo su questa decisiva fase evolutiva a scala emisferica della fine di Gennaio.
Ciao ciao