10-01-2015 - Salve a tutti; consueto aggiornamento serale dei modelli, dopo aver chiarito in giornata il quadro nel breve, con un articolo apposito, a cui si rimanda per i dettagli riguardanti l’anomala fase primaverile che sta interessando molte regioni occidentali italiane (nordovest e Tirreno).
Per quanto riguarda il lungo termine, in particolare ciò che potrebbe accadere dopo metà mese, ad oggi tutti i modelli disponibili (americano, europeo e canadese), vedono l’arrivo di una saccatura Artica abbastanza ben organizzata nel periodo intorno il 16-17 Gennaio (ormai siamo alle 168-192 h). La carta migliore, oggi, è quella del modello canadese GEM, con una saccatura ampia e duratura, legata al blocco Atlantico presente nel mar di Norvegia (fig.1).
fig.1
Con un peggioramento organizzato come in fig.1 le nevicate a quote basse al nord sarebbero molto probabili; tuttavia, ci sono delle differenze nella previsione con i più accreditati modelli americano ed europeo (fig.2,3)
Entrambi i modelli in fig 2 e 3 vedono partire molto bene l’affondo della saccatura, ma successivamente l’alimentazione fredda viene “tagliata” dall’affondo del lobo canadese nel nordatlantico e relativo “spanciamento” dell’anticiclone delle Azzorre verso il Regno Unito (fig.4).
fig.4
Nella fig.4 è stata evidenziata, nel nordatlantico, la spinta esercitata dal lobo canadese del Vortice Polare, attualmente dominante e responsabile del gelo nel nordest americano, nel suo trasferimento la Scandinavia.
Dalle modalità con cui tale trasferimento (travaso di vorticità) si esplicherà nel nordatlantico potranno dipendere le sorti della parte centrale dell’inverno nel Mediterraneo.
Per intenderci, ecco la previsione del modello americano alle 276 h (22 Gennaio) a scala emisferica. Il trasferimento del nucleo principale di vorticità, in tale emissione, appare bloccato dall’anticiclone euroasiatico e il lobo centrale del Vortice Polare resta immobile a “metà strada”, impedendo di fatto ulteriori affondi perturbati nel Mediterraneo (fig.5).
fig.5
Ma questa evoluzione può cambiare in molti modi, evidenziati nelle diverse emissioni del modello americano. Il run del mattino mostra infatti come la spinta congiunta delle cellule aleutiniche e azzorriana alla lunga isoli due strutture altopressorie, tra Scandinavia a Artico siberiano, che dividono il Vortice Polare e aprono la strada per un’alimentazione fredda nel Mediterraneo (fig.6).
fig.6
Nell’emissione del primo mattino (run 00) appare invece, per l’ultima settimana di Gennaio, quella che dovrebbe essere,a giudizio dello scrivente, la distribuzione corretta per avere una colata gelida ben direzionata nel Mediterraneo; ovvero, lobo siberiano del Vortice Polare alquanto predominante, ma lobo canadese ancora ben presente, in maniera tale che l’anticiclone delle Azzorre possa avere due supporti laterali su cui esplicare la penetrazione in Artico (fig.7).
fig.7
Semplificando, in fig.7, per consentire all’anticiclone delle Azzorre (colori arancioni) di “salire” in Artico e generare come risposta una colata gelida del Vortice Polare (cellula blu sulla scandinavia) nel Mediterraneo, occorre che più a ovest, nel Labrador sia presente un altro nucleo di vorticità, ovvero una cellula del Vortice Polare che indirizzi la spinta verso nord, impedendo una deriva proprio verso il Labrador.
Tali aspetti, necessari a far giungere il vero inverno nel Mediterraneo, sono presenti nelle emissioni odierne ma ancora solo abbozzati. Diverso è, viceversa l’evoluzione della saccatura Artica prevista dopo metà mese che, per quanto non decisiva per le sorti del tempo di questo inverno, genererà molto probabilmente precipitazioni anche nevose nei rilievi del centronord dopo la metà del mese, con un generale abbassamento delle temperature la prossima settimana su tutta Italia.
Ciao ciao