09-01-2015 - Salve a tutti; classico appuntamento serale con l’analisi dei modelli, che condensa molte tematiche differenti anche stasera, a causa del poco tempo disponibile; nei prossimi giorni si cercherà di differenziare gli argomenti nei diversi range temporali, sempre molto ricchi di spunti.
Come accennato ieri (ved. editoriale), week-end che si preannuncia ricco di estremi, con temperature particolarmente miti per la stagione. L’acme del caldo arriverà nella giornata di domani, Sabato, quando le temperature nei settori costieri tirrenici non interessati da nuvolosità medio-bassa si potranno superare i 20° C. Anche la domenica sarà piuttosto calda, ma con un fronte perturbato che si addosserà sulle Alpi pronto a riversare aria (relativamente) più fredda sul suolo italiano lunedì. Davvero molto interessante a carta delle correnti a getto (9000 m), che chiarisce bene cosa stia accadendo nel comparto europeo in questo periodo (fig.1).
fig.1
Come si vede dalla fig.1, in quota (9000 m) il getto polare in uscita dal Labrador è molto teso (colori rosati del “core” del getto) e impedisce qualsiasi elevazione dell’anticiclone delle Azzorre, che così è costretto a “coricarsi” verso il Mediterraneo. Proprio nella giornata di sabato saremo nel pieno di una rimonta calda, come accennato, mentre nella giornata di domenica, a cui si riferiscono le fig.1 e 2, l’Italia sarà ancora al caldo, ma con temperature che inizieranno a diminuire a partire da nord (fig.2).
fig.2
Nelle fig.1 e 2 sono stati evidenziati i cavi d’onda del “treno” Atlantico, corrispondenti all’arrivo dei fronti perturbati; come si vede, le ondulazioni sono poco pronunciate e non riescono a far giungere veri fronti perturbati nel Mediterraneo, che continuerà ad essere in una sorta di limbo primaverile fino a metà mese, con andamento altalenante sia delle temperature, sia dei fronti nuvolosi in transito, sempre molto blandi e con scarse fenomenologie in ogni caso.
A partire dal 16-17 Gennaio tale evoluzione cambierà, con una prima saccatura Artica che dovrebbe interessare proprio il mediterraneo centrale (fig.3).
fig.3
Il modello americano è oggi affiancato in tale previsione dal modello europeo e canadese, abbastanza concordanti nella previsione (fig.4,5).
La saccatura descritta dovrebbe portare un ricambio della circolazione dominante nelle regioni italiane, con abbassamento delle temperature, rovesci e nevicate sparse a quote medio-basse al centronord, ma non risulterà decisiva per le sorti del tempo invernale. Molto più interessante appare, viceversa, l’evoluzione successiva, ben inquadrata nella carta in fig.6, apparentemente insignificante, che però evidenzia il “travaso di vorticità” dal comparto canadese verso quello euroasiatico, ovvero il lobo euroasiatico si dovrebbe rafforzare nella terza decade di Gennaio a scapito di quello canadese, ora dominante (fig.6).
fig.6
Le conseguenze di una tale manovra consisterebbero nella possibilità di una più decisa elevazione dell’anticiclone delle Azzorre, con possibile formazione di un blocco ben strutturato in Atlantico nella terza decade di Gennaio, anche oggi intravisto dal modello americano (fig.7).
fig.7
Tale visione appare ancora più chiara nel run parallelo, con un lobo minoritario canadese isolato e l’azione congiunta, potente, delle due waves, aleutiniche e azzorriana, pronte a generare uno split del lobo euroasiatico nel Mediterraneo, con relativa colata gelida di dimensioni rilevanti a latitudini meridionali nell’ultima settimana di Gennaio (fig.8).
fig.8
Si tratta, ovviamente, di una previsione a lungo termine, ma che, per chi segue questi editoriali, apparirà immediatamente essere caratterizzata da una logica evolutiva molto solida, vedremo il seguito nei prossimi giorni.
Ciao ciao