26-01-2015 - Salve a tutti; ennesimo editoriale serale, per un crescendo entusiasmante delle carte, che ormai per la prima fase del peggioramento imminente (split VPT) sono entrate nel range di elevata affidabilità previsionale. Questa sera, oltre agli aggiornamenti dei modelli, come di consueto analizzeremo i principali fattori che possono essere alla base di un inverno da ricordare e che sono tutti presenti nelle carte odierne.
Iniziamo quindi dallo splendido aggiornamento pomeridiano del modello americano, ripassando la lunga teoria di peggioramenti sempre più freddi inquadrati dalle carte.
Venerdì sera saremo quindi alle prese con lo split del lobo europeo del Vortice Polare, ormai acclarato; da notare sempre il displacement (dislocazione) del VPT in Artico sotto la spinta aleutinica, causa innescante dello split nel Mediterraneo (fig.1).
fig.1
La potenza di una tale entrata può essere inquadrata tramite la visione della distribuzione delle correnti a getto in data 30 Gennaio; davvero imponente il “core” del getto (colori rosa) che irrompe nel Mediterraneo dalla Francia (fig. 2). Una simile manovra non può non innescare violenti contrasti termici alle varie quote nelle nostre regioni, con genesi di forti rovesci, grandinate e nevicate a quote sempre più basse.
L’entrata del Vortice Polare nel Mediterraneo darà il via, inoltre, a una serie di peggioramenti freddi correlati alla saccatura Artica generata, a sua volta, dallo stazionamento del lobo gelido (in quota) del VPT. Ecco sabato sera una serie di impulsi perturbati girare attorno all’enorme struttura del Vortice, irrompendo nel Mediterraneo dalla porta del Rodano, in Francia (fig.3).
fig.3
Tempo instabile e sempre più freddo su quasi tutta Italia per molti giorni quindi, probabilmente più riparato il nordovest con questa dinamica evolutiva. In questa fase l’anticiclone delle Azzorre e quello Russo sembrano poco attivi, quasi immobili, mentre l’azione del displacement è tutta a carico della spinta aleutinica (fig.1). Ma le cose iniziano a cambiare con il mese di Febbraio; la struttura azzorriana inizia infatti a spingere in Artico (azione attiva) e quella euroasiatica a rinforzare il blocco (azione passiva). La saccatura artica si fa quindi più acuta, con genesi di un forte peggioramento nel Mediterraneo e abbondanti nevicate sui rilievi intorno il 3 Febbraio (fig.4).
fig.4
Ma l’azione delle onde planetarie, questa volta azzorriana a uralica (presente integrata con il blocco russo), non si arresta e, anzi, si rafforza. Poderosa spinta in Atlantico e possente blocco in Russia 1065 hPa il massimo pressorio). La saccatura è bloccata è il successivo nocciolo artico (-40° C a 5200 m) è costretto a scendere di latitudine verso l’Italia il 4 Febbraio (fig.5).
fig.5
Davvero fantastica la colata artica in data 4 Febbraio, stavolta è neve a quote basse su quasi tutta Italia, prima al centronord (fig.5), poi al centrosud (fig.6).
fig.6
Sono carte che si avvicinano all’evento e, come annunciato nel titolo, posseggono tre aspetti fondamentali per il prosieguo a carattere freddo dell’inverno:
1) Lo split del Vortice Polare (fig.1,2,3)
2) La partenza del blocco Atlantico (fig.4,5,6)
3) Il rafforzamento dell’anticiclone euroasiatico, fino a valori pari a 1065 hPa (fig.4,5,6)
Tutti questi fattori, presenti in serie nelle carte odierne, possono concorrere a rendere memorabile l’inverno in corso. Particolarmente interessante il funzionamento del blocco euroasiatico, di natura ibrida (anticiclone dinamico in quota, termico al suolo). Quando è particolarmente potente, come in questo caso, riesce a deviare e rallentare il flusso Atlantico fino alla tropopausa, con le correnti a getto costrette a piegare verso il Mediterraneo (fig.7), tramite ondulazioni molto marcate (fig.8). Ecco le carte previste per la data del 4 Febbraio.
Fino a tutta la prima settimana di Febbraio aggiornamenti entusiasmanti quindi, e dopo?? Sembra esserci sempre un tentativo di ricompattamento del VPT con anticiclone delle Azzorre che si “sdraia” sull’Europa dopo il 6 Febbraio; tale manovra, a prima vista può essere scambiata per un abbozzo di ponte di Woeikoff ma non lo è, troppo bassa l’alimentazione fredda, che comunque giunge sempre sul’Italia, con temperature costantemente sottomedia (fig.9).
fig.9
In tal senso, il lungo termine sta continuamente migliorando, dilatando costantemente la durata del periodo freddo. Una seconda decade di Febbraio molto movimentata appare sempre più probabile, al pari della prima, analizzando quanto sta accadendo (quanto si prevede) in stratosfera, con una serie di warming destabilizzanti a 10 hPa tra cui l’ultimo in data 8 Febbraio, potente e convergente verso il polo (fig.10).
fig.10
Le conseguenze, in tal senso, non si fanno attendere, in termini di distribuzione dei geopotenziali alla medesima quota (circa 30 km ). Nelle carte per la data 11 Febbraio appare addirittura una dinamica di tipo split, totalmente a carico della wave 1 (onda aleutinica) che divide il VPS, con lobo siberiano predominante (fig.11).
fig.11
Una simile manovra, destrutturante per il VPS, potrebbe avere effetti “esplosivi alle quote inferiori, sulla struttura del VPT, già indebolita dall’evoluzione descritta finora. Le premesse dell‘editoriale di ieri, in merito a una crisi pesante e, forse, irreversibile della struttura del VPS-VPT, con un finale d’inverno ripetutamente freddo e nevoso, non sembrano essere esagerate quindi……….
Ciao ciao